Il gin al mirto di Panarea sorseggiato a Cala Junco
Un’isola capace di assorbire i sensi
Lasciarsi trasportare da emozioni intense è quanto di più bello possa accadere durante una vacanza. Panarea è un luogo che più di altri stimola quella sensazione di piacere intenso, prolungato e costantemente legato alla realtà del luogo. Le ridondanza della natura mediterranea, i segni della sua storia antica, i sapori della cucina, gli aromi trasportati dal vento che dal mare risale le scogliere: i cinque sensi vengono assorbiti da un contesto unico per carattere e autenticità. L’isola non si visita. L’isola si percorre un passo dopo l’altro, si tocca con mano, si respira, si assaggia nel mirto di Panarea, nel cappero, nelle ricette di pesce. Di fronte a tanta abbondanza ci si lascia incantare sopraffatti.
Scoprire Panarea, la sua storia, i suoi luoghi
Dalle tracce preistoriche alla macchia Mediterranea
Per immergersi nell’isola e nella sua cultura, vale la pena essere consapevoli della storia che l’ha plasmata e che ancora oggi si può leggere fra i reperti scoperti. I primi insediamenti risalgono già all’età preistorica come testimoniato dal villaggio del Bronzo che emerge dalla scogliera. Etruschi, Cartaginesi e Romani arricchiscono l’isola fino al Medioevo quando si dimostra troppo vulnerabile ai pirati per essere abitata. Superate le difficoltà, Panarea si ripopola lentamente nei secoli. Tuttavia, è solo negli anni Settanta del Novecento che rifiorisce come perla mediterranea quale è.
Fra le rocce, sotto il sole, verso Cala Junco
Il lunghi secoli di isolamento hanno contribuito a conservare il territorio di Panarea e le sue attrazioni naturalistiche. Oggi, l’isola può essere percorsa interamente a piedi o in mountain bike. Fra ulivi, fichi d’india e piante di capperi, il visitatore passa di spiaggia in spiaggia. I punti più alti sono battuti dal sole e dal vento tutto l’anno. La percezione vivida degli elementi riallaccia il rapporto fra essere umano e natura. In pochi minuti, si può arrivare dalla costa nord occidentale fin sulle punte “u castieddu” e “u tribunale”, dalla spiaggia degli Zimmari fino a Cala Junco. Ogni angolo conserva tratti che non possono essere ritrovati altrove.
Sentire Panarea, i suoi odori, i suoi sapori
Lasciarsi assorbire dall’isola
Panarea non è una di quelle mete per turisti da viaggio a tappe; non merita una spunta sui luoghi visitati; non chiede di essere fotografata, editata e condivisa. Panarea deve essere sentita sulla pelle. Per farsi avvolgere dalla sua essenza, non si deve e non si può resistere ai sapori e agli odori della sua cucina. Pesce spada e frutti di mare riempiono le tavole; pomodoro, basilico, aglio e spezie mediterranee arricchiscono i le ricette. Il cappero, vero marchio distintivo della tradizione culinaria eoliana, rimanda la mente al mare e alle concentrazioni saline.
Climax: quel sorso di gin aromatico a Cala Junco
I sapori e gli aromi non sono semplici dettagli per chi intende vivere l’isola, sono protagonisti principali tanto quanto i suoi luoghi. I locali tradizionali in cui conoscere la cultura tradizionale non si contano, ma nulla è più appagante di un momento a stretto contatto con la natura e con le sfumature tipiche di quest’angolo di Sicilia. L’apice dell’esperienza si può toccare di fronte al tramonto che si appoggia sul mare piatto. Sdraiati sulla spiaggia di Cala Junco o seduti sulla scogliera che affoga a strapiombo nelle acque, un sorso di gin aromatizzato con coriandolo, infusi di limone, arancia, basillico, pompelmo e mirto di Panarea riesce a racchiudere la sintesi dell’isola.
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