Long drink classici e novità tra gli highball cocktail
La storia degli Highball ha origini che rimangono a tratti misteriose. Alcuni fanno risalire i primi mix all’Inghilterra dell’Ottocento, altri si spingono fino al di là dell’Atlantico per ritrovare le origini dei long drink classici. Di certo, nella nascita e nella diffusione del cocktail si può leggere il cambiamento di una società che scopre il mondo. Da occidente a oriente, le ricette vengono condivise con una rapidità sconosciuta fino alla nascita delle prime ferrovie, dei transatlantici, dei dirigibili. È in quel modo che whisky, gin e basi alcoliche cambiano la loro “destinazione d’uso” per diventare simboli del globalismo e del divertimento accessibile a tutti. Vogliamo ripercorre alcuni dei momenti salienti della nascita e della diffusione di alcuni dei cocktail più prestigiosi.
Long drink cocktail: le origini, la storia, la diffusione
Whisky and Soda o Mizuwari: il primo long drink
In molti sono concordi nell’individuare nel Whisky and Soda il primo highball cocktail della storia (se si escludono gli intrugli curativi delle popolazioni indigene del Sudamerica e dei monaci nel Vecchio Mondo). Ciò che sappiamo con certezza è che già nel Regno Unito di fine Settecento il whisky veniva spesso mischiato e consumato con acqua. La tendenza viene esportata nell’America della frontiera e ben presto si arricchisce di dettagli e varianti che genereranno i primi mix a base di whisky. Per qualche ragione difficile da spiegare, il Giappone eredita quel costume e in breve tempo, diventa uno dei paesi in cui si consumano le più importanti quantità di Mizuwari (semplicemente: whisky, ghiaccio e acqua).
Il prestigio di Gin Tonic e Cuba Libre
Nel corso degli anni, Gin Tonic e Cuba Libre sono diventati, con tutta probabilità, l’emblema di due concezioni agli antipodi del cocktail: toni amari e secchi da una parte; aromi dolci e caraibici dall’altra. Il primo Gin Tonic nasce come cura per la malaria per i soldati britannici impegnati nelle indie. Il chinino del distillato veniva, infatti, diluito con acqua tonica e corretto con gin per contrastare il sapore acre. Il Cuba Libre è la bevanda per eccellenza dei festeggiamenti per la liberazione dell’isola durante la guerra Ispano-Americana nei primi del Novecento. I soldati statunitensi e cubani (allora alleati) mischiarono per primi la cola e il rum – prodotti di cui sono ancora oggi i più importanti esportatori.
Nuove frontiere della mixology nei long drink cocktail
Hugo, il grande erede dei classici
A questi grandi classici si sono susseguite generazioni di nuovi long drink che hanno saputo valorizzare pressoché tutte le basi alcoliche. Dal Moskow Mule fino al Long Island, New York è sicuramente la culla della mixology, ma è sulle pendici altoatesine che germoglia nel 2005 una delle ricette destinate a scrivere il suo nome sulle carte dei bar di tutto il mondo. L’Hugo nasce come un’alternativa allo Spritz e conserva il suo carattere regionale nei toni di sambuco. Ancora una volta, la paternità non è certa. Da tempo, Roland Gruber e Filippo Debertol si contendono il merito, esattamente come impone la storia dei grandi cocktail.
Il futuro del long drink
Ogni anno, nuovi mix vengono proposti, premiati e talvolta codificati. Tuttavia, sul futuro del cocktail e sulle sue evoluzioni non possiamo avere certezze. Una delle tendenze già abbastanza diffuse a New York sono i long drink imbottigliati che ricalcano gli espedienti adottati per il consumo di alcolici durante il proibizionismo. La stessa onda viene cavalcata dai Draft Cocktails, mix che vengono spillati come una birra. Dalla tradizione ispanica e indigena è stata, invece, ripresa la tendenza a servire la bevanda nel cuoio e nelle pelli. Insomma, l’ampia varietà di elementi lascia libero il campo alla creatività mentre aspettiamo il prossimo cocktail iconico.
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