Il Gin ha una storia che ufficialmente inizia circa cinque secoli fa ma le cui radici vanno ricercate ben più indietro nel tempo.
Nella distillazione si trovano le prima traccie di utilizzo del ginepro – da cui deriva il nome Gin – già nel secolo XI. In Italia alcuni monaci nella zona del salernitano dopo aver appreso la scoperta della distillazione da parte degli Arabi, utilizzavano distillati con infusi di ginepro per preparare delle medicine per via delle sue proprietà curative (Compendium Salernitana). Poi si hanno citazioni relative alla diffusione di “acquavite al ginepro”, sempre a scopo di tonico curativo, verso la metà del XIV secolo, durante l’epidemia peste nera. E’ in Belgio e Olanda però che si sviluppa con maggior costanza e continuità l’impiego del ginepro negli alambicchi.
Ad Anversa Nel 1552 Philippus Hermanni pubblicò Een Constelijck Distiller Boek contenente il primo riferimento documentato ad un distillato aromatizzato con bacche di ginepro che chiamò Acqua di Ginepro (Geneverbessenwater). Fino ad allora i distillati base erano sempre stati prodotti a partire dal vino, mentre la prima citazione sull’uso di cereali nella distillazione si ha alla fine del XVI secolo. Il passaggio dai distillati a base di vino a quelli di cereali è dovuto soprattutto ad un lungo periodo che vide inverni freddi susseguirsi ad estati fresche, durante la quale la vite ebbe un forte calo nella produzione, mentre i cereali erano più facili da produrre e conservare.
Nel 1585 la città di Anversa cade sotto la furia spagnola e la popolazione fugge quasi per intero. Gli inglesi tentano di salvare la città inviando truppe, fallendo però nel loro intento; fu allora che gli inglesi vengono a conoscenza dell’esistenza del Gin, e se ne appassionano, iniziando a produrre il loro distillato. E’ in questo contatto con i soldati prima e con il popolo poi che si passerà dal sofisticato Genever (che in Olandese significa proprio ginepro) al più popolano Gin.
Nel 1690 Guglielmo III vieta l’importazione di liquori stranieri, soprattutto quelli francesi, in una sorta di embargo contro i loro nemici più acerrimi dell’epoca. Così gli inglesi, ricchi di coltivazioni di cereali, iniziano ad usarli per distillare il Gin. L’Inghilterra in quel periodo ne produceva così tanto, che inizia addirittura ad essere dato agli operai come parte del salario, con conseguenze ovviamente disastrose. Il governo tentò di porre rimedio al grave danno provocato, che minava la salute, l’ordine pubblico e altri aspetti della vita quotidiana, ma il tentativo fallisce su ogni fronte. Si arrivò ad una serie di misure legislative: le “Gin Acts”, che furono cinque leggi emanate in Gran Bretagna tra il 1729 ed il 1751 al fine di limitare il consumo di Gin. Nonostante fossero disponibili altre bevande fu la impressionante popolarità del Gin (che in quel periodo divenne di uso comune tra la classe operaia britannica) a destare forte preoccupazione. Il governo inglese guidato dal primo ministro Robert Walpole cercò di arginare ulteriormente tali problemi con una serie di provvedimenti, tra cui l’innalzamento della tassa di distillazione a 50 sterline.
Una volta ristabilito l’ordine gli inglesi si specializzarono nel Gin quasi appropriandosene di diritto, ma in tutto il mondo poi si è sviluppata la produzione di questo distillato. In Italia la famiglia Inga già dal 1832 si è specializzata nella distillazione di liquori di alta qualità, arrivando in tempi recenti ad ottenere due dei migliori Gin al mondo: due esclusivi distilled Gin dal gusto mediterraneo, dedicati alla meravigliosa isola di Panarea, perla delle Eolie: Panarea Island Gin e Panarea Sunset Gin – www.panareagin.it –