L’eleganza senza tempo del Gin Tonic: elogio al cocktail
La complessità essenziale del Gin Tonic
Il Gin Tonic è uno dei long drink più consumati al mondo. Nella semplicità della ricetta (e forse anche nella leggerezza del colore) si rintraccia un animo minimale. Nelle ricerche di nuovi gin e aromi risiede la complessità dei toni che oggi si riesce a sposare con qualsiasi palato. Varianti morbide o secche, profumi di agrumi o di spezie, accenti dolci o amari rigorosi: questo cocktail cambia, si rinnova e si adatta alle preferenze senza perdere il suo carattere essenziale e raffinato.
Il primo cocktail con gin e la sua storia
Il chinino e il long drink curativo
Circolano leggende e mezze certezze sulla nascita del Gin Tonic. Una delle meno note ne fa risalire le origini fino al Settecento quando, pare, il distillato di gin con chinino e acqua fosse usato sui galeoni di sua Maestà. Tuttavia, sono in molti a datarne i natali un secolo più tardi. A metà Ottocento, infatti, il chinino veniva utilizzato dalle truppe britanniche in India come rimedio curativo e preventivo per la malaria. Per smussarne gli spigoli acri, l’estratto vegetale veniva sciolto in una soluzione di acqua, limone e zucchero (l’acqua tonica del tempo) e, di seguito, rinforzato con una dose di gin. Fra le fila dell’esercito del Commonwealth nasce quello che diventerà uno dei cocktail più diffusi al mondo.
L’aperitivo Brit, il long drink per tutti gli altri
Una volta sbarcata sulla Madre Patria, la bevanda non trova difficoltà a diventare un fenomeno di consumo. Consumata esclusivamente senza ghiaccio, è protagonista dell’aperitivo nei salotti bene quanto nelle locande dei fanti. È qui che il distillato di ginepro incontra la bevanda medicale inventata da Johan Jacob Schweppes nel 1783. Nasce il Gin Tonic moderno. Per oltre un secolo, il suo consumo rimane limitato fra i confini dell’Impero, a patto di qualche eccezione. Nel tempo e gradualmente, il cocktail arriva al continente. Fra il 1980 e il 1990, diventa una delle bevande per il dopo cena più consumate in Francia e nel resto dell’Europa Occidentale.
L’essenza del Gin Tonic e le sue sfumature
La composizione e la gradazione Gin Tonic
La ricetta del Gin Tonic sarà certo comune al lettore, ma vale la pena ripeterla per entrare nel dettaglio di quelle piccole variazioni che oggi sono sempre più diffuse nei cocktail bar. La sua essenza rimane incisa nelle giuste quantità: 1/3 di Gin e 2/3 di acqua tonica versati in un bicchiere highball colmo di ghiaccio. La fetta o la scorza di limone è la guarnizione classica che valorizza i toni aspri della tonica. Tuttavia, con la nascita di gin più aromatici, i bartender hanno cercato nuove sfumature. Cetriolo, pepe rosa, cardamomo e rosmarino finiscono spesso per sostituire il limone.
I migliori gin per Gin Tonic: secchi o aromatizzati
I migliori distillati protagonisti dei bicchieri da Gin Tonic sono una cerchia ristretta. Il Gin Mare rimane il capostipite di una tradizione mediterranea che si sta affermando sul mercato. Fra questi, il nostro prodotto (Panarea Gin) è riconosciuto per le sfumature sapide; per il rimando di zenzero, cedro, agrumi e pepe bianco; per il sapore tagliente. Più conosciuti ma altrettanto stimati dagli intenditori in tutto il mondo sono senz’altro l’Hendrick’s, il Monckey, il Death Door’s, il The Botanist, il classico Tanqueray numero 10, il Koval e il VL 92.
Per scoprire il Gin Tonic, il suo carattere e gli accostamenti con Panarea Island e Panarea Sunset, non esitate a scriverci